“Torre del Lago, Gaudio supremo, paradiso, eden empireo, turris eburnea, vas spirituale, reggia…. abitanti 120, 12 case…”
Un profondo amore durato trent’anni quello che legò Giacomo Puccini al ridente borgo di Torre del Lago, che da tempo ha cambiato, con orgoglio di tutti i suoi abitanti, il suo nome in Torre del Lago Puccini.
Puccini nacque il 22 dicembre 1858 a Lucca, nella casa di via di Poggio, ultimo di una famiglia di musicisti da quattro generazioni, originaria di Celle.
Quando il grande compositore giunse a Torre del Lago, a fine Ottocento, fu per trovare un luogo pittoresco e quieto dove far sgorgare il suo genio creativo. Il Lago e il piccolo villaggio le cui case si specchiavano nelle acque grigio azzurre del Massaciuccoli a meno di due chilometri dalle sabbiose spiagge della Versilia, gli piacquero subito e l’accoglienza dei torrelaghesi fu entusiastica.
Il giovane compositore trovò al suo arrivo persino un comitato d’accoglienza nella piccola stazione ferroviaria e i numerosi artisti, per lo più pittori, con i quali fondò poi il Club della Bohème, gli si strinsero intorno felici di annoverare tra loro un già famoso personaggio. Erano questi anni di uno straordinario fervore artistico che coinvolgeva un po’ tutta la regione: Firenze, Livorno, ma anche Lucca erano in contatto con Parigi e le capitali europee; le idee e le persone circolavano vorticosamente, pittori e musicisti si incontravano nelle case e nei caffè.
Ma poi, per ritornare alle radici della propria ispirazione, la luce, i suoni più puri, andavano là dove la natura offriva ancora sensazioni forti. “Spiagge assolate, fresche pinete, il lago sempre calmo, ovvero l’Eden”: Puccini aveva due grandi passioni, la musica e la caccia e per lui il Lago di Massaciuccoli rappresentò il luogo ideale dove coltivarle entrambe.
Vi arrivò nel 1891, trentatreenne, e decise di stabilirvisi prendendo dapprima delle stanze in affitto, poi facendosi costruire la villa che va ad abitare nel 1900. Poi arrivarono i successi di Manon Lescaut (1893) e de la Bohème (1896) e con questi i denari per comprare la casa della sua vita, un’antica torre di guardia (all’origine del nome di Torre del Lago) che fece completamente ristrutturare.
Interrò anche una parte della riva del lago, con il permesso del marchese Ginori che ne era il proprietario, per realizzare il giardino e la strada davanti a casa; uscendo si trovava l’imbarcadero, da cui partiva per le battute di caccia, specialmente alle folaghe e ai beccaccini. La casa, visitabile, ancora parla di queste cose: i pianoforti per comporre la musica, i ricordi delle grandi rappresentazioni e i premi dei trionfi internazionali, i quadri dell’amico pittore Ferruccio Pagni, che frequentava il musicista insieme ad altri artisti come Plinio Nomellini e i fratelli Tommasi. Puccini rimase a Torre del Lago per trent’anni e vi compose tutte le sue opere maggiori, tra cui la Tosca (1900), Madama Butterfly (1904), La Fanciulla del West (1910), La Rondine (1917) e Il Trittico (1918). Nel 1921 si trasferì nella nuova villa che si era fatto costruire a Viareggio, dove però rimase solo tre anni, fino alla morte nel 1924.
Per volere del figlio, il musicista è sepolto in una cappella costruita nella vecchia casa sul lago. Anche il lago ricorda le storie del passato: lo si può esplorare in battello, partendo di fronte alla Villa Puccini, la luce è la stessa di un tempo ed anche la quiete. Oggi il lago fa parte del Parco regionale di Migliarino- San Rossore Massaciuccoli, comprendente 24 mila ettari di spiagge, pinete e zone palustri che ospitano una ricchissima avifauna. Di questo intreccio, tra il lago, Puccini e la musica è frutto il Festival Puccini che dal 1930 si tiene sulla sponda del lago, voluto già da Puccini prima di morire e alla sua opera interamente consacrato.